sabato 16 febbraio 2019

LUGLIO 2013 Porto Empedocle, dalle stradi di mafia al rllancio turistico. Intervista al Sindaco Lillo Firetto


Quale sviluppo turistico per una cittadina come Porto Empedocle? Un paese del sud della Sicilia che ha tanto da offrire ai visitatori anche, se ancora oggi, vive di un turismo ‘mordi e fuggi’. Di passaggio per intenderci. A Porto Empedocle si resta poco, solo qualche giorno al massimo. Oppure si prende la nave alla volta di Lampedusa. Abbiamo incontrato il sindaco Calogero Firetto, da tutti conosciuto con il soprannome di Lillo.

E’ al secondo mandato come sindaco di Porto Empedocle e, alla seconda tornata elettorale, è stato eletto con un numero impressionante di voti. Il 93% degli empedoclini gli ha dato fiducia. E’ diventato anche deputato regionale e capogruppo dell’Udc all’assemblea regionale siciliana. A seguito di tale incarico svolge il mandato da sindaco a titolo gratuito. Lo abbiamo incontrato un po’ casualmente all’Hotel dei Pini insieme al suo addetto stampa. “Abbiamo ereditato una città con la morte dentro, – spiega – che arrivava dal sogno industriale con la Montedison degli anni ’70 poi naufragato”.

La casa di Pirandello
 

Gli anni ’80 furono teatro di stragi di mafia di una violenza incredibile. In tanti ricordano quella sera di domenica del mese di settembre del 1986 quando un commando armato spense le luci di via Roma, fece calare le tenebre sul paese e scaricò centinaia di colpi d’arma da fuoco. Sei persone persero la vita. Gli anni passarono e, pur con tanti problemi, Porto Empedocle, può oggi essere considerata meta per turisti. Le trattorie e pizzerie suono a buon mercato, la roba costa pochissimo, la gente è cordiale. “Abbiamo lavorato per recuperare il nocciolo della città, ovvero il porto – continua il sindaco. Che è di interesse nazionale ed è rimasto decaduto per tantissimi anni. Non si andava più al porto nemmeno per passeggiare perché era dissestato. E da qui sono partiti ingenti investimenti per recuperarlo, compresi i lavori al porticciolo turistico”.
 

Nel periodo estivo vengono invitati cantanti di successo, è stata perfino allestita una mostra presso la Torre Carlo V. Inoltre la città è stata inserita quale punto d’arrivo delle rotte di numerose navi da crociera che fanno tappa nel Mediterraneo. Servirà tutto questo per attirare il turismo di massa? Inutile sottolineare le bellezze che si possono ammirare a pochi minuti di strada. Dalla Valle dei Templi, alla casa dove visse Luigi Pirandello. Dalla parete rocciosa dalla bianca scogliera di gesso della ‘Scala dei Turchi’ al fatto, non da poco, che la città ha dato i natali allo scrittore Andrea Camilleri, padre del commissario Salvo Montalbano.
Furgone incendiato in un quartiere popolare
 

Certo gli empedoclini si rammaricano che nemmeno una scena del film sia stata girata a Porto Empedocle, ma quella è la sua città e tale rimarrà nella storia. “Porto Empedocle ha una popolazione di circa 18mila abitanti che in estate raddoppiano. – afferma il sindaco Firetto – Ha un’anima culturale di primo piano, il nostro progetto è di farla rinascere sfruttando la storia di questa città. I genitori di Pirandello erano di Porto Empedocle, la mamma negli ultimi 10 giorni di gravidanza è salita nella casa di campagna e così in qualsiasi bibliografia risulta essere nato ad Agrigento. E poi non abbiamo solo Pirandello e Camilleri, ma altri letterati e matematici, è una città che, anche se nata come germoglio di Agrigento, ha una sua storia importante. Una sua vivacità. Anzi, è probabile che la vivacità commerciale si sia svolta proprio qui. Agrigento era la città delle chiese con l’Arcivescovado. La città, scrive Camilleri ‘dei preti e degli avvocati’, ma la vita ferve li, a Porto Empedocle”.

Graziano Masperi

Andrea Cattaneo
 

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