giovedì 14 novembre 2019

Ucraina, anche tra le chiese ortodosse non corre buon sangue (VIDEO)

All’inizio di settembre, nella città di Kiev capitale dell’Ucraina, ci siamo imbattuti in una manifestazione. Una delle tante manifestazioni di protesta che in quel paese ancora polveriera dimenticata, nascono spontaneamente. Ma quella era una manifestazione particolare. Un nutrito gruppo di persone, armate solo di cartelli e megafoni, stazionava davanti alla bellissima cattedrale di Santa Sofia, simbolo della chiesa Ortodossa Ucraina. Non conosciamo l’ucraino e ci siamo fatti tradurre quel che dicevano. Abbiamo così scoperto la situazione di forte tensione che c’è tra le chiese ortodosse dopo che quella ucraina si è staccata da Mosca dichiarandosi autocefala. Ovvero: indipendente.

Insomma, in un paese dove il conflitto nel Donbass crea ancora una forte instabilità, dove la corruzione è ancora presente nonostante il rinnovamento della classe politica, dove perfino la libertà di stampa viene messa a dura prova (come testimonia una nostra inchiesta) e i giornalisti subiscono spesso minacce, perfino le chiese ortodosse di Kiev e Mosca non si amano. Il Patriarcato di Costantinopoli ha concesso l’autocefalia alla chiesa ortodossa ucraina che si è separata dal patriarcato di Mosca interrompendo così i rapporti con Costantinopoli. Uno scontro che ha paventato un nuovo scisma interno alla chiesa ortodossa.

Ho assistito a diverse funzioni religiose a Kiev. Nella cattedrale di Santa Sofia e in quella di San Michele distante poche centinaia di metri dalla prima. Luoghi religiosi sempre pieni di fedeli in raccolta. Dove la religione è importante e fa parte della vita delle persone. In un paese ancora lontano dal trovare la pace.