Chefchaouen è la Perla blu del Marocco. E’ una città dal
sapore magico, bella tanto quanto (e forse di più) di Marrakech e ancora poco
conosciuta dal turismo di massa. Per questo l’ho apprezzata pur avendoci
trascorso soltanto una mezza giornata. Le vecchie abitazioni dal colore azzurro,
i vicoli, la gente che vive in maniera non frenetica. Insomma, un luogo da
vedere assolutamente.
Ci troviamo nella valle del Rif, tra montagne insidiose
ad un centinaio di chilometri a sud di Tangeri. Inutile nascondere che tale
luogo è conosciuto per essere il punto prediletto sul pianeta per la
coltivazione della cannabis. Nella regione del Rif avviene il 42 % della produzione
globale di hashish. Secondo l’Osservatorio europeo sulle droghe e le
tossicodipendenze l’80% dell’hashish fumato in Europa proviene proprio da
questa zona. Chiariamo subito che non è vietato visitare le piantagioni, basta
addentrarsi tra i vicoli e ci si imbatte in sacchi contenenti la preziosa
droga. Magari trovate pure qualche locale che, per pochi Dirham, vi accompagna
alla piantagione (attenzione alle truffe, le piantagioni sono a pochi minuti di
strada e potrebbero spillarvi anche 200 euro per portarvi a vedere qualcosa che
potete vedere senza chiedere a nessuno…).
Preziosa perché la vita di molti
contadini dipende dalla sua coltivazione. Ma, anche se in questa regione c’è
una sorta di ‘lasciar correre’, la cannabis in Marocco è illegale. E la Polizia
non è tenera con chi viene sorpreso con dello stupefacente. Quindi vedere e non
toccare.