lunedì 17 febbraio 2020

Chefchaouen, la perla blu del Marocco e la Valle del Rif, dove si coltiva tutta la cannabis che arriva in Europa

Chefchaouen è la Perla blu del Marocco. E’ una città dal sapore magico, bella tanto quanto (e forse di più) di Marrakech e ancora poco conosciuta dal turismo di massa. Per questo l’ho apprezzata pur avendoci trascorso soltanto una mezza giornata. Le vecchie abitazioni dal colore azzurro, i vicoli, la gente che vive in maniera non frenetica. Insomma, un luogo da vedere assolutamente.
 
Ci troviamo nella valle del Rif, tra montagne insidiose ad un centinaio di chilometri a sud di Tangeri. Inutile nascondere che tale luogo è conosciuto per essere il punto prediletto sul pianeta per la coltivazione della cannabis. Nella regione del Rif avviene il 42 % della produzione globale di hashish. Secondo l’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze l’80% dell’hashish fumato in Europa proviene proprio da questa zona. Chiariamo subito che non è vietato visitare le piantagioni, basta addentrarsi tra i vicoli e ci si imbatte in sacchi contenenti la preziosa droga. Magari trovate pure qualche locale che, per pochi Dirham, vi accompagna alla piantagione (attenzione alle truffe, le piantagioni sono a pochi minuti di strada e potrebbero spillarvi anche 200 euro per portarvi a vedere qualcosa che potete vedere senza chiedere a nessuno…).
 
Preziosa perché la vita di molti contadini dipende dalla sua coltivazione. Ma, anche se in questa regione c’è una sorta di ‘lasciar correre’, la cannabis in Marocco è illegale. E la Polizia non è tenera con chi viene sorpreso con dello stupefacente. Quindi vedere e non toccare.





















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